Pubblicato il 06 - 12 - 2018
Andrea D’Addazio 50 vie di ottavo grado nel 2018
Cinquanta tiri tra l’8a e l’8c. Un obiettivo da raggiungere in una vita per molti climbers, ma per alcuni questo non basta. Abbiamo scambiato “due parole” con Andrea D’Addazio, fortissimo e giovanissimo climber abruzzese che ha raggiunto questi numeri in un solo anno.
Qual era il tuo stato d’animo subito prima di provare Uomo Civile? E dopo la chiusura del 50esimo tiro?
Quel giorno ero andato a Ferentillo per tentare di liberare un’altra via più dura, però come succede sempre quando finisco di provare un progetto cerco di sfinirmi su vie “più facili” per allenare al limite sia la mia mente sia il mio fisico. Diciamo che quel giorno ho deciso di sfidare me stesso provando a chiudere Uomo Civile “da stanco”, un 8a+ fisico con molte pinzette da stringere. Prima di partire mi sentivo fisicamente molto provato ma allo stesso tempo tranquillo, rilassato. Sapevo che se riuscivo a non sbagliare nessun passo potevo cavarmela bene e conquistare così il mio 50esimo ottavo dell’anno. Tutto è andato liscio! Quando ho infilato la corda in catena ero incredulo di ciò̀ che avevo realizzato…e solamente il giorno dopo mi sono reso conto di tutto ciò̀. Salire questa 50esima via è stata una vera e propria sfida con me stesso, volevo riuscire a “superarmi” contro le 41 vie salite l’anno scorso.
Come hai vissuto quest’anno? Eri teso sapendo di esserti messo in gioco con un obiettivo molto ambizioso, o rilassato consapevole di poterci riuscire?
Questo è stato veramente un anno ricco di emozioni e di soddisfazioni, molti chilometri macinati qua e là alla ricerca di linee che mi appassionavano sempre di più, tiri storici o poco ripetuti. Per portare a termine i miei obiettivi, compreso quello della 50esima libera, ho dovuto fare tanti sacrifici, dovendo rinunciare a giorni di scuola importanti per la mia preparazione in vista degli esami di maturità, dove ero consapevole di poter dare anche in questo campo il meglio di me stesso. È stato un anno pieno di sfide ma sono riuscito in quel che mi ero preposto!
I primi giorni di quest’anno sentivo un po’la pressione psicologica della nuova stagione che avrei dovuto affrontare…Come andrà? Sarò in grado di affrontare ciò che mi sono prefissato? E se non ce la farò? Tutte queste “paranoie” sono andate via di colpo, da un giorno all’altro, entrando in un irrefrenabile “loop mentale” che non mi era mai capitato prima. Dopo ogni salita importante mi sentivo sempre più motivato e instancabile, sentivo l’esigenza di andare al limite ogni giorno di più. Tutta questa motivazione è sfociata in molte libere, ed è proprio in questa maniera, ovvero scalando al limite, che sono riuscito a venire a capo di queste 50 vie.
Quali sono, se ci sono, i tiri che ricordi particolarmente?
Il tiro simbolo di quest’anno è stato senza dubbio Il Ricordo del Tempo a Sperlonga, ed è stata un’enorme soddisfazione aver compiuto la prima ripetizione dopo 32 anni dalla prima salita di Jolly. Tutto mi è apparso magico sin dall’inizio: il sentiero impervio che si fa per raggiungere la falesia, la vegetazione selvaggia e incontaminata in cui è immersa, il panorama mozzafiato che si scorge dalla base della via. Insomma… tutto è stato emozionante! Indimenticabili sono state anche le 7 ore di viaggio in giornata che ho affrontato con mio padre e mio fratello per riprovare la via e lo stress psicologico che avevo addosso, sapendo di poter fare solamente 3 tentativi in una giornata. Questa è stata un’altra sfida che mi ero preposto: anch’io volevo dare un “contributo” alla storia dell’arrampicata: dovevo e volevo essere io il primo ripetitore di questa linea che ha segnato la storia essendo stata la prima via di ottavo grado del centro-sud Italia. Per completare il “ciclo storico” di questa falesia il giorno successivo ho liberato Sister Moon, primo 8a+ del centro-sud Italia. Questo forse è stato il weekend più entusiasmante di tutti!
Non da meno sono state le libere di Zandalee, il mio primo 8c e La Trilogia per il Successo 8c. Quest’ultima via è uscita inaspettatamente a fine giornata, quando ormai avevo perso tutte le speranze…è una via molto famosa nella mia zona che non consente di fare molti giri visto che è uno strapiombo a buchi molto taglienti.
Indimenticabile è stata anche la libera de Le Bateau Ivre, un 8b+ a Petrella. Salendo la strada che conduce al paesino si scorge questa enorme prua che da sempre mi aveva affascinato, ma ne sentivo parlare come una via pericolosa, con lunghi run out. Avevo timore nel provarla, ma dopo il primo giro ho superato tutte le mie paure e dopo alcuni tentativi mi sono ritrovato in catena. Inoltre ricordo con soddisfazione la prima ripetizione di Octopus Balls, un duro 8b+ di Collepardo, una linea che mi ha colpito sin da subito per la sua esteticità e per i suoi bellissimi movimenti.
Tutte queste salite hanno avuto un qualcosa di speciale…e per concludere anche Uomo Civile, che ha segnato la mia 50esima libera di quest’anno, la porterò per sempre nei miei ricordi per avermi fatto raggiungere questo mio ambito traguardo.
Dopo un 2018 di “fuoco” quali sono i nuovi obiettivi per il 2019?
L’obiettivo principale del 2019 sarà quello di mettermi in gioco su vie al mio limite, che mi mettano a dura prova sia mentalmente sia fisicamente. Il mio sogno, infatti, è quello di riuscire a salire vie di nono grado e questo comporterà sicuramente sempre più sacrificio, impegno e determinazione. Per riuscire in questo però dovrò ancora allenarmi “a modo mio”, ovvero aumentare la mia scaletta di 8c e 8c+ in modo da arrivare preparatissimo al nono grado. Sono un tipo a cui non piace saltare gli step…infatti in ogni falesia in cui vado cerco sempre di ambientarmi e salire vie più facili prima di affrontare il progetto duro. Personalmente non riesco a sopportare l’idea di stare anni attaccato su una stessa via senza aver liberato vie più facili nello stesso settore o falesia. Proprio per questo motivo non ho fretta di arrivare al grado da sogno, arriverà quando sarà il mio momento e quando sarò pronto al 100%.